lunedì 28 agosto 2017

Intervista al giovane maestro Luca Varriale

Il giovane Luca Varriale classe 99' dopo un buon campionato a squadre al 49° CIS MASTER con C.P.S. Banca IGEA ottiene il titolo di Maestro. Ci ha gentilmente concesso un intervista e ha risposto alle 10 domande più votate da parte dei lettori di ChessLogger su Facebook
Il Maestro Luca Varriale


1) Cos'hai fatto per diventare Maestro? C'è un metodo, una "tabella di marcia", da seguire che puoi consigliare a tutti?

Io credo che per raggiungere un qualunque obiettivo ci vogliano volontà, determinazione e studio.
Suggerisco quindi di concentrarsi  sui propri punti deboli, lavorare sulla psicologia, trovare un metodo di studio e smettere di cercare scuse,cose che ho iniziato a fare quando ho capito che il talento non basta per raggiungere obiettivi più alti.
Una tabella di marcia che posso consigliare riguarda lo studio,che è utile dividere nelle tre fasi fondamentali della partita.
Per quanto riguarda l’apertura, la si può approfondire da un programma come Chessbase o libri specifici; di solito è più efficace costruire un repertorio coerentemente col proprio stile di gioco e con posizioni che piacciono;
Il mediogioco invece è più vario: è utile leggere libri per ampliare la conoscenza posizionale e strategica, risolvere esercizi di tattica per migliorare la vista tattica e studi per migliorare il calcolo.
Per i finali in genere è adatto leggere libri, come il ‘’Manuale dei finali’’, che deve essere una costante nel bagaglio di uno scacchista, o ‘’La strategia nel finale’ di Shereshevsky.
Studiare finali tratti da partite dei migliori al mondo giocate in periodi recenti –senza trascurare i classici- e soprattutto giocarli! Giocare tanti finali assume un ruolo fondamentale nella formazione dell’esperienza del giocatore.


2) Hai una scheda d'allenamento che segui giornalmente?

La scheda ideale da seguire giornalmente è quella descritta nella tabella di marcia, tuttavia in un giorno è difficile fare tutto quindi è necessario dividere il lavoro per non trascurare nessuna parte.


3) Come ti prepari prima di un torneo ?

Di solito cerco di arrivare con la mente più fresca possibile ma allenata, quindi ripasso le aperture, risolvo esercizi di tattica e leggo libri di strategia.


4) Quale giocatore a più contributo alla formazione del tuo stile di gioco?

Alla formazione del mio stile di gioco hanno sicuramente contribuito i miei due istruttori, Giuseppe Camarda e Francesco Bentivegna, e i consigli del Maestro Girolamo Valguarnera che da sempre è stato un punto di riferimento nella mia crescita scacchistica


5) Hai dei libri da consigliare ?

Ho letto diversi libri ma quelli che sento di consigliare maggiormente sono sicuramente ‘’Il mio sistema’ di Aaron Nimzowitsch che non ha bisogno di presentazioni, ’’I 7 peccati capitali’’ di Jonathan Rowson che individua sette comportamenti da cui derivano tutti gli errori, ‘’Questione di Tecnica’’ di Jacob Aagaard per imparare a gestire la posizione e convertire il vantaggio in vittoria,’’The Manual of chess combinations’’ di Sergey Ivashchenko per le combinazioni  e i due per i finali già citati prima,’’Strategia nel finale’’ di Mikhail Shereshevskij e ‘’Il manuale dei finali’’ di Mark Dvoretsky.

Andamento ELO del Maestro Luca Varriale

6) Come prepari una partita contro un giocatore più forte ?


In genere vedo come e cosa gioca e cerco di prepararmi di conseguenza; se è più forte di solito significa che un pareggio non è da disprezzare quindi può essere utile scegliere una linea dove è più difficile sbilanciare il gioco dato che di solito deve essere lui a farlo


7) Alla preparazione mentale aggiungi una preparazione atletica ?

’’Mens sana in corpore sano’’: un motto vero ai tempi degli antichi  e vero anche ai giorni nostri.Vado in palestra tre volte a settimana anche perché ritengo che  la concentrazione scacchistica dipenda dal proprio stato di salute/forma


8) Quante ore dedichi allo studio degli Scacchi ?

Come in ogni cosa, anche negli scacchi la costanza è fondamentale e l’ideale sarebbe dedicarvisi un tot ogni giorno.
Tuttavia per impegni vari ci sono giorni in cui mi dedico completamente agli scacchi e altri in cui non faccio granché, comunque direi in media dodici ore a settimana


9) Sei stato scelto come tecnico siciliano per il nazionale giovanile:qual é stato l'episodio che ricordi con più piacere?

Fare il tecnico siciliano per me è stato un grande onore e colgo l’occasione per ringraziare il comitato scacchistico siciliano per questa opportunità.
Sono stati otto giorni davvero intensi e sicuramente di episodi piacevoli ce ne sono stati moltissimi, tra tutti è stato particolare il momento in cui il padre di Marco, Antonino Lo Piccolo, mentre commentavamo la partita si è commosso all’ufficialità dell’8/8 del figlio ed è corso verso la sala di gioco per abbracciarlo


10) A che livello pensi il gioco degli scacchi possa trasformarsi in un lavoro e vivere di esso ?

Vivere di scacchi è un’esperienza bellissima in relazione alla coronazione di un sogno e di un lungo percorso intrapreso nella propria carriera. Credo che per vivere di scacchi in maniera serena bisogna possedere almeno un livello di 2500 elo;è possibile vivere di scacchi anche a livelli inferiori dando lezioni,ma se l’interesse è essere essenzialmente un giocatore e non un istruttore,possedere il titolo di GM ed essere attivo è fondamentale.

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