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Volfango Rizzi |
Per tutti i nostri lettori che non lo conoscono: chi è Volfango Rizzi ?
Sono un uomo di 40 anni, cui piace creare cose nuove e belle. Sono nel mondo degli scacchi da molto tempo. All'età di 19 anni, insieme ad alcuni amici, fondammo un circolo scacchistico, che ancora esiste, e del quale nei primi 27 mesi di vita, ho esercitato la carica di presidente. Direi che nel campo degli scacchi sono stato soprattutto un istruttore, insegnandoli in diversi luoghi, come in Lombardia, Inghilterra, Galles, Spagna e Toscana; inoltre, ho ricoperto vari ruoli come capitano di squadre nel CIS e Trofeo Lombardia. Sono stato anche arbitro regionale, revisore dei conti del Comitato Regionale Lombardo e organizzatore di tornei, oltre che giocatore e aver collaborato con le tre principali riviste italiane degli anni 90. Da diciassette anni vivo all'estero, anche se negli ultimi mesi, per questioni legate alla rivista SPQeR e la alla nuova federazione, sono un po' più presente in Italia, dove prevedo di tornare presto a tempo pieno. Terminato il servizio di leva militare, andai in Gran Bretagna per imparare l'inglese e fare un'esperienza di vita diversa; poi vi sono rimasto per tutti questi anni. In Italia avevo già svolto diverse esperienze lavorative, ma il mio primo lavoro da emigrante é stato di cuoco in un pub inglese. Negli ultimi anni ho lavorato come insegnante di scienze politiche, diritto e lingue straniere, soprattutto spagnolo.
Come è nato l'interesse per gli scacchi ?
Mi hanno sempre attrattto i giochi di pensiero, come la tavola mulino e la dama. Ricordo che alle elementari una mia compagna, Silvia Del Monte, portò una scacchiera con gli scacchi ed io fui affascinato dal vedere pezzi diversi con movimenti differenti. Chiedere a mio padre di insegnarmi e, diversi mesi dopo, finalmente mi comprò un bellissimo libretto per imparare da solo il gioco degli scacchi. Appresi a muovere i pezzi, ma mi mancava ancora qualcuno con chi giocare.
Il gioco degli scacchi, a suo modo di vedere, è vissuto in Italia alla stessa maniera di chi gioca nel Regno Unito o ha notato delle differenze ?
Vi sono sia somiglianze sia differenze, anche se gli esseri umani sono più soliti guardare quello che é diverso da quello che é simile. Gli scacchi nel Regno Unito sono presenti sui principali quotidiani; solitamente non con un grande spazio, ma più giornali includono una rubrica per questo sport. Da decenni si svolgono, cosa che ora si fa anche in Italia, tornei in un solo fine settimana, normalmente su cinque turni. É consuetudine anche poter richiedere di non giocare uno o più turni di gioco ed avere un mezzo punto in classifica. I tornei a squadre si possono giocare anche su 5 scacchiere (o più), cosa che in Italia sembrerebbe alquanto strana, perché gli italiani vogliono giocare su un numero pari di scacchiere per equilibare il numero di bianchi e neri. Giocare in 5 piuttosto che in quattro da la possibilità a uno scacchista per circolo, quindi due appassionati, di competere e fare esperienza; e, se si va in trasferta, da la possibilità di fare una macchinata e dividere le spese in cinque anziché quattro. Mi piacerebbe che il CIS venisse giocato su 5 scacchiere in tutte le serie minori.
Altre differenze consistono nel numero maggiore di GM britannici rispetto a quelli italiani, alla miglior preparazione tecnica degli arbitri italiani, la maggiore informatizzazione dei tornei italiani per turni e classifiche. In Gran Bretagna, essenzialmente a Londra, vi sono poi stati grandi eventi negli anni recenti come l'annuale London Chess Classic, la tappa del Gran Prix Fide e il Torneo dei Candidati recentemente concluso. In queste occasioni gli spettatori pagano il biglietto e l'organizzazione é molto curata.
In merito al CIS cosa ne pensa della soluzione [ 2 ] adottata negli ultimi 3 anni dal Comitato Scacchistico Siciliano ? Non pensa che sia la soluzione migliore per portare nuovi sponsor e ridurre i costi ?
La sua domanda sottintende una risposta positiva, che invece non mi sento di dare pienamente. Certamente é un'idea interessante avere un luogo unico ove ritrovarsi e giocare gli incontri, e lo ritengo anche positivo sotto diversi punti di vista: é un po' una festa degli scacchi e un'occasione per i giocatori della regione di conoscersi e rincontrarsi. Ma questo, per me, é una formula "torneo" a squadre.
A me piacerebbe però che il "campionato" fosse un vero campionato, e quindi che venissero effettuate più di 4 o 5 incontri (come invece accade ora). In tutti gli altri sport di squadra che conosco il "campionato" dura diversi mesi e consta di almeno 8 partite. Per lo meno, per qualche anno, c'era la possibilità, per le squadre vincitrici dei rispettivi gironi di accedere alla finale per giocarsi il titolo di campione di serie (Campione Italiano di Serie B per esempio), ma questa fase finale é stata cancellata. Pertanto la formula presente a me non pare un vero "campionato".
Non penso vi sia una "ricetta giusta", sono scelte, e a volte bisogna vedere a quali aspetti si vogliono privilegiare. Per esempio, se il CIS si giocasse su 5 scacchiere (nero in prima scacchiera alla squadra che gioca in casa) formula che io prediligo perché consente una maggiore partecipazioni dei giocatori di un circolo e taglierebbe le spese della trasferta, potrebbe non essere gradita alla FSI, che si vedrebbe ridotto il numero di squadre partecipanti al campionato. Quello che é stato fatto in Sicilia é interessante e son sicuro che la manifestazione ha un suo fascino e, dopotutto, pare che in alcune serie del CIS si sia andato in questa direzione ossia con la serie maggiore, la Master, che si gioca in un solo luogo ed in pochi giorni. La stessa cosa accade ora nella Serie A1, con i raggruppamenti, usati talvolta anche dalla Serie A2 e altri gironi (o mezzi-gironi) di serie minori.
Già che parliamo di campionato ... un'altra cosa ... io capisco le intenzioni, di chi così decise, di cercare di aiutare le squadre a trovare sponsor ma ... a me piace chiamare le cose come sono. I nomi delle serie del CIS sono ovviamente fuorvianti. La Serie A2 non é una A2, ma difatti é la Serie C, avendo davanti la "Master" e la Serie A1; entrambe A1 e A2 si chiamano "serie A" ma non vi é interazione tra le due, anzi una é la serie maggiore e l'altra la minore (promozioni e retrocessioni tra di esse). Non si capisce poi perché la serie maggiore debba essere chiamata qualcosa di diverso da "Serie A" e, inoltre, perché usare un nome straniero (Master). La Serie B é in effetti la Serie D; insomma manca trasparenza e chiarezza nella terminologia.
Come è nata l'idea di SPQeR ?
L'idea é nata dalla volontà di rendere alcuni sport minori come gli scacchi e il rugby più popolari e conosciuti dal pubblico italiano. Chi é appassionato di scacchi ha riviste dedicate che può trovare in commercio, ma sono esclusivamente monotematiche e sono lette quasi esclusivamente da chi conosce ed è appassionato a questo sport. In SPQeR é inclusa anche la novità degli scacchipugilato, uno sport in Italia pressapoco sconosciuto, che vorremmo aiutare a conoscere e diffondere. L'obiettivo é di guardare a questi sport: gli scacchi, il rugby e il pugilato sotto molteplici aspetti; per questo, ad esempio, dedichiamo uno spazio agli scacchi eterodossi. È una rivista che bene si presta anche ad articoli interdisciplinari del tipo scacchi e arte, scacchi e viaggi, rugby e pugilato, arti marziali e scacchi, aromaterapia e scacchipugilato. L'idea iniziale é andata a concretizzarsi incontrando per il cammino persone disposte a collaborare a questo progetto umile e allo stesso tempo ambizioso. Bisogna ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questo progetto; inizio a fare tre nomi, sperando che nel prosieguo dell'intervista ci sia la possibilità di menzionare gli altri: Luca Cerrato, Roberta Gatti e Chiara Gobbini: senza il loro supporto questo progetto avrebbe avuto difficoltà a decollare.
In merito allo scacchi-pugilato è uno sport poco diffuso in Italia, secondo le stime di Facebook[*1] gli appassionati si attestano ad un centinaio contro gli oltre 71,120 del gioco degli scacchi, come si può avvicinare un giovane appassionato a tale disciplina ?
Dopo avervi lavorato per quasi tutto il 2012, il 31 gennaio 2013 é stata ufficialmente fondata la Federazione Italiana ScacchiPugilato (FISP). In Italia é dunque una disciplina appena nata, anche se abbiamo due atleti, entrambi nei pesi massimi, che hanno già combattuto all'estero: Gianluca Sirci, l'attuale Campione Europeo e Sergio Leveque. A Spoleto c'é il Maestro Emerito Gianni Burli, che allena atleti nello scacchipugilato ed é stato a bordo ring di Gianluca e Sergio nei loro incontri. Abbiamo altri potenziali atleti italiani che potrebbero praticare questa disciplina come ad esempio il MF Giuseppe Lettieri, già Campione Italiano di scacchi Under 20, che ora si allena con l'ex Campione Mondiale di pugilato Patrizio Oliva.
Sono presenti dei Circoli ?
Sî, oltre a Spoleto, vi sono nuove palestre che si sono aperte agli scacchi-pugilato, come a Milano e a Pavia. Se si contatta la FISP si possono avere maggiori informazioni.
Esistono tornei di scacchi eterodossi ?
In Germania ve ne sono, soprattutto per quanto riguarda gli scacchi960. Famoso e bellissimo era il Chess Classic di Magonza (e prima di Francoforte), a cui ho partecipato in un paio di occasioni, ma che é stato sospeso tre anni fa, dopo 11 edizioni fantastiche.
...E in Italia ?
In Italia non si organizzano molti tornei di scacchi eterodossi.Si tenevano campionati organizzati dall'AISE che pero cessò le attività nel 1999; quindi sono ora rimasti tornei di quadriglia, soprattutto serali e magari a cornice di un festival scacchistico.
Come motiva lo scarso interesse verso gli scacchi eterodossi ?
La maggior parte dei libri di scacchi insegna la versione del gioco codificata dalla FIDE, e questa é la versione che uno impara nei circoli o se si iscrive ad un corso di scacchi. É anche quella che si gioca di gran lunga per la maggiore su internet, é quella che ha istruttori, federazioni e società sparsi per il globo. Per esempio, le versioni cinesi o giapponesi del gioco hanno sì un gran numero di giocatori, ma non sono geograficamente diffuse in molteplici aree del mondo. La combinazione di questi fattori ed altri su cui forse é meglio non dilungarsi, fa sì che altre versioni scacchistiche non siano molto conosciute. Penso però che gli scacchi960 (anche conosciuti come fisherandom) abbiano un futuro, perché gli scacchi sono lotta e pensiero, ed é bello vedere lotta e pensiero sin dalla prima mossa e non vedere i due giocatori eseguire sulla scacchiera sequenze di mosse che hanno memorizzato e studiato con l'aiuto di computer e, magari, di secondi. Gli scacchi960 ridurrebbero l'importanza della teoria delle aperture, perlomeno nella partita tra umani, non parlo di sfide tra macchine.
Come è stata la risposta del pubblico a questa nuova rivista ?
La gran parte dei commenti che abbiamo ricevuto sono di apprezzamento, pertanto penso che l'iniziativa ad alcuni sia piaciuta. Il nostro sito ha già registrato 76.000 contatti e anche questo é segno che molte persone non sono rimaste sconcertate da questo abbinamento di sport minori ma sono anzi interessate a leggerne notizie, commenti e approfondimenti (anche se gli approfondimenti riguardano soprattutto la rivista e non molto il sito). Centinaia sono le persone che hanno scaricato gratuitamente i primi due download in PDF: il primo numero e le quattro pagine extra collegate ad esso. Anche riguardo il secondo numero della rivista, abbiamo ricevuto apprezzamenti e chiamate di persone che lo stavano cercando, per esempio in edicola. Ma SPQeR non esce in edicola al presente; in futuro chissà. Ancora devo dire che nulla di quello che stiamo facendo sarebbe possibile senza l'impegno dei vari collaboratori e di persone che ci hanno aiutato in vario modo, per esempio mandandoci bellissime fotografie da pubblicare.
L'apprezzamento da parte del pubblico è importante, come stanno andando gli abbonamenti ?
Abbiamo dato certamente precedenza all'aspetto culturale ed artistico del progetto mentre abbiamo trascurato quello commerciale. Sino a qualche giorno fa non avevamo ancora aperto un conto corrente su cui gli interessati potessero pagare il loro abbonamento, ma abbiamo spedito a diverse persone che le chiedevano, copie della rivista. Il primo numero è stato comunque distribuito gratuitamente. Ora, in occasione dell'uscita del secondo numero della rivista, l'Associazione ha finalmente un conto corrente aperto ed é possibile fare questa operazione di abbonamento.
La rivista è acquistabile solo in abbonamento ?
Sî, al momento questo é il mezzo con cui acquistare la rivista; sono allo studio altre possibilità per il futuro. Abbiamo però portato migliaia di copie, distribuite gratuitamente, presso palestre di pugilato, circoli scacchistici, tornei di scacchi, stadi e campi di rugby e presso manifestazioni varie come la presentazione della FISP e di SPQeR effettuata con stampa e pubblico il 22 dicembre a Spoleto e, la Fiera del Gioco Play di Modena il 6 e 7 aprile. Non solo, ma sono state distribuite anche presso locali come caffé, ristoranti, strutture termali ed alberghiere. Rimangono ancora alcune copie delle 7.000 stampate del primo numero che andranno ad essere regalate come omaggio in tornei di scacchi futuri, come quello di fine aprile a Sirignano, in Campania. Quindi migliaia di persone hanno avuto la possibilitˆ di leggere di questi sport e avvicinarsi ad essi o conoscere di più. Non c'é da dimenticarsi che oltre al formato cartaceo la rivista é disponibile anche in formato elettronico e, centinaia di persone l'hanno scaricata gratuitamente sul sito www.spqrnews.com e altri ancora l'hanno sfogliata online.
Quali sono le persone, oltre quelle già menzionate, che vuole ringraziare ?
Rischio qui di dimenticarne qualcuna ... certamente il mio amico Paolo Spalla, il nostro direttore Claudio Micalizio, i molti collaboratori della rivista come Mario Leoncini, Riccardo Del Dotto, Omar Stoppa, Giuseppe Lettieri, Duccio Fumero, Michele Benazzo, Niall Grossi, Ruggero Rizzi (nessuna parentela), Guido Rizzi (qui sì invece c'é parentela, mio padre é il correttore bozze della rivista), Pasquale Colucci, Gianni Burli, Dario Goricchi, Marco Faraci, Gordon Linnell, Lele Lutteri, Beverley Higham, Sergio Pagano, Wirat Wainwright, Gianluca Stella, la webmaster Carla Sguario e il grafico Paolo Armani. Inoltre le innumerevoli persone che ci hanno aiutato per reperire fotografie come la bravissima fotografa Elena Barbini e Leonardo Mussini e le tante persone che si sono dimostrate disponibili a concederci interviste e partite commentate come la GM Alexandra Kostenuik.
Da quello che vediamo la rivista ha tanti collaboratori, siete sempre in cerca di nuovi ?
Certo che siamo alla ricerca di collaboratori sempre nuovi, é così che si crea una rivista che sia interessante, quando si ha una pluralità di punti di vista, di conoscenze e si da spazio a voci nuove e diverse. Per esempio sul secondo numero di SPQeR vi sono due articoli sul Roller Derby uno sport che io nemmeno sapevo esistesse. Marco Faraci si é fatto avanti volendo scrivere su tale tema e noi gli abbiamo dato spazio. Non bisogna dimenticare che in SPQeR riveste importanza anche la sezione "qualcos'altro". Sul nostro sito www.spqrnews.com c'é anche un bottone per invitare nuove persone che volessero collaborare a contattarci e ci auguriamo che vi siano molti altri interessati.
La ringraziamo per il tempo dedicato e Le auguriamo un in bocca al lupo per
i suoi nuovi progetti
*[ 1 ] - Ricerca effettuata il 29 Marzo 2013 , parole chiave "Chess Boxing", "#Chess boxing" e "scacchi", Luogo Italia - https://www.facebook.com/ads/
*[ 2 ] - CIS Sicilia Concentramento
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