mercoledì 14 settembre 2011

Il Turco ovvero l'Automa giocatore di scacchi

Vienna 1769 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria invita alla visione di uno spettacolo di prestidigitazione il barone ungherese von Kempelen, per avere da costui un parere sulla qualità dello spettacolo offerto da parte di un noto (al tempo ) prestigiatore francese. Alla fine dello spettacolo il barone disse all'imperatrice che sarebbe stato in grado di creare uno spettacolo molto più accattivante e sorprendente di quanto potesse fare quell'illusionista. Da lì a 6 mesi Kempelen avrebbe costruito il suo "automa" giocatore di scacchi che avrebbe fatto parlare di se per parecchi anni a venire.
Bisogna però fare chiarezza sul contesto storico a mio avviso, è utile ricordare che questi sono gli anni dell'inizio della rivoluzione industriale, le macchine cominciavano a prendere il posto degli operai e la relazione tra esse e gli uomini veniva ridisegnata.

La presentazione e prima apparizione dell'Automa giocatore di scacchi fu alla corte imperiale di Vienna dove il "Turco" nel suo primo incontro scacchistico battè il conte di Cobenzl. L'automa costruito da Kempelen venne soprannominato "Turco" in quanto abbigliato in abiti orientali anche se il suo creatore non gli aveva assegnato questo nome. L'automa risultava seduto su una cattedra, dove vi era una scacchiera, la cattedra aveva 3 sportelli sul lato anteriore con un cassettone in basso e altri 2 sportelli sul lato posteriore, questi sportelli venivano aperti a turno prima delle rappresentazioni e all'interno si potevano osservare vari ingranaggi in uno di essi e uno scomparto quasi vuoto negli altri, il "Turco" aveva un braccio mobile in grado di muovere le pedine sulla scacchiera.
Dopo la prima apparizione alla corte Viennese del 1770, il Turco venne messo a riposo da Kempelen, in quanto lo stesso voleva dedicarsi ad altre opere, ma su insistenza di un nobiluomo scozzese Robert Murray Keith lo ripropose in un match appunto contro costui nel 1774, bisogna aspettare il 1783 per vedere il Turco protagonista di un tour a Parigi e Londra. Nella prima tra l'altro il "Turco" fu battuto da Philidor al tempo il giocatore europeo più forte. In molti erano a dibattere su come potesse funzionare l'automa, se fosse davvero un automa, o se fosse manovrato dal suo proprietario o da chi per lui, altri pensavano a bambini o nani celati all'interno di esso ma nessuno si avvicinava al mistero della "macchina". Kempelen morì nel 1804 e dopo la sua morte il figlio vendette l'automa al signor Maelzel nel 1807. Nel 1809 a Vienna l'automa giocò contro Napoleone battendolo. Successivamente sarà protagonista di un tour in Gran Bretagna tra il 1819 e il 1820, nel 1825 a seguito dei debiti contratti Maelzel partirà per gli Stati Uniti in cerca di nuova fortuna. Nel continente americano il Turco giocherà con i migliori giocatori di New York, Boston e Philadelphia, a Richmond sarà studiato da Edgar Allan Poe che tra l'altro pubblicherà un saggio sull'automa. Per la verità nel saggio di Poe trovano spazio le teorie antecedenti di Racknitz e Willis sul possibile funzionamento dell'automa e l'ipotesi che un uomo al suo interno lo comandi.
Maelzel morì nel 1838 in seguito l'automa fu acquistato da un certo signor Mitchell che susseguentemente lo donò al Chinese Museum di Philadelphia dove il 5 luglio 1854 fu distrutto dalle fiamme di un incendio che divampò nel museo. Sarà Silas Weir Mitchell, figlio del Mitchell che acquistò l'automa a svelare il segreto del Turco, ossia la presenza all'interno di un uomo che si celava nel primo vano di finti ingranaggi e grazie ad un sedile scorrevole poteva susseguentemente spostarsi alla chiusura degli altri sportelli nel vano più grande della cattedra dove poteva usufruire di un'altra scacchiera e attraverso dei supporti magnetici vedere le mosse sulla scacchiera principale e attraverso il pantografo manovrare il braccio del Turco per muovere le pedine.

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